Le dipendenze tecnologiche
Nonostante sia ancora un fenomeno in fase di studio, l'incidenza delle dipendenze tecnologiche è in forte aumento anche in Italia, così come in molti altri Paesi. Recenti dati, raccolti dal Centro Nazionale Dipendenze dell’Istituto Superiore di Sanità, rivelano che il tempo medio trascorso online è di circa sei ore al giorno e che oltre 700.000 adolescenti italiani sono dipendenti da internet, social media e videogiochi. Secondo una ricerca condotta dall’Irccs Stella Maris e dalla Ausl di Bologna su 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, il 12% presenta dipendenza da videogiochi, il 2,5% usa compulsivamente i social e l’1,8% trascorre mesi chiuso in camera, immerso nell’utilizzo di computer e smartphone. La rapida digitalizzazione, unita alla complessità del fenomeno, rappresenta una sfida complessa per la salute mentale sia dei giovani che degli adulti, rendendo sempre più urgente l'approfondimento e la comprensione di questo problema.

Cosa sono le dipendenze tecnologiche?
Sono dipendenze comportamentali che implicano un’interazione uomo-macchina, dove per macchina, in questo caso, si intendono principalmente apparecchi tecnologici come smartphone, tablet e computer. Hanno la proprietà di stimolare un comportamento e rinforzarlo, favorendo l’insorgere di conseguenze negative che hanno un impatto rilevante sulla vita della persona (Griffiths, 1995). Quando si instaura un comportamento di dipendenza possono emergere sintomi di isolamento sociale, difficoltà emotiva e problemi nella regolazione comportamentale, con una conseguente incapacità di impegnarsi in attività significative al di fuori del mondo virtuale (Greenfield, 2014).
Attualmente possiamo riconoscere le seguenti tipologie di dipendenze tecnologiche:
A) Gioco d’azzardo patologico online:
Si caratterizza per l’incapacità di resistere alla tentazione di scommettere e giocare somme di denaro, portando a un crescente bisogno di puntare importi sempre più elevati e a un aumento del numero di ore passate a giocare.
Tra le principali tipologie di gioco online troviamo poker, casinò, scommesse sportive e slot machine. L’accessibilità e la disponibilità di questi giochi, che spesso offrono la prima partita gratuitamente, stimolano la curiosità e l’ingresso del futuro giocatore.
Questo approccio graduale spinge i giocatori ad abituarsi alla componente casuale e al rischio associati, aumentando il coinvolgimento nel gioco.

B) Dipendenza da videogiochi:
Si contraddistingue per un utilizzo eccessivo e compulsivo di piattaforme di gioco virtuali, che inizia a occupare una porzione crescente del tempo e delle energie della persona coinvolta.
Si possono definire due macro-categorie di giochi: quelli a giocatore singolo (single player) e quelli con più giocatori (multiplayer). I primi sono progettati per giocare in solitaria, con obiettivi ben definiti, come il completamento di missioni o il raggiungimento di punteggi elevati, mentre i secondi permettono ai partecipanti di interagire e competere simultaneamente con altri giocatori.
Tra i giochi a cui si associa in letteratura una maggiore criticità, troviamo i MMORPG (giochi di ruolo) nei quali la presenza massiccia di stimoli visivi e sonori genera un’immersività che suscita nel giocatore un elevato grado di coinvolgimento.

C) Dipendenza da social network:
È caratterizzata da un’estrema preoccupazione per l’utilizzo dei social network (come Instagram, Facebook, TikTok) accompagnata da un irrefrenabile bisogno di accedervi e di rimanere online per periodi prolungati.
L’uso eccessivo di social network può causare la FOMO (Fear Of Missing Out, in italiano “paura di essere tagliati fuori”), caratterizzata dal desiderio di restare costantemente coinvolti nelle attività sociali e dalla preoccupazione di esserne esclusi.
Meccanismi di ricompensa immediata come like e commenti possono alimentare un uso problematico delle piattaforme digitali e favoriscono dinamiche relazionali come ghosting e orbiting.

D) Dipendenza da shopping online:
Si manifesta attraverso comportamenti di acquisto ossessivo e ripetitivo di oggetti di ogni tipologia, spesso anche al di sopra delle proprie possibilità economiche.
Diversi fattori incrementano la propensione a fare acquisti determinando lo sviluppo di questa dipendenza:
La possibilità di trovare articoli rari o inusuali su internet
L’eliminazione dell'intermediazione umana grazie alla rete
La velocizzazione degli acquisti tramite metodi di pagamento come carte di credito e PayPal
La disponibilità di piattaforme di shopping online, accessibili 24 ore su 24.
Quali sono i sintomi?
Rilevanza (salience): il comportamento diventa l’attività più rilevante nella vita della persona e tende a dominarne pensieri, sentimenti e azioni;
Influenza sull’umore (mood modification): il comportamento viene messo in atto per migliorare o regolare il proprio stato emotivo;
Tolleranza (tolerance): il comportamento deve essere aumentato per raggiungere i precedenti effetti piacevoli sul tono dell’umore, altrimenti destinati ad esaurirsi;
Astinenza (withdrawal symptoms): il soggetto sperimenta disagio psichico e/o conseguenze fisiche (ad es. agitazione, instabilità dell’umore, irritabilità) quando interrompe o riduce il comportamento;
Conflitto (conflict): può manifestarsi su tre livelli (intrapsichico, ad es. tra il desiderio di continuare l’attività e la vergogna per il tempo speso online; interpersonale, come tensioni o litigi con familiari e amici, o isolamento sociale; con altre attività o ruoli, ad es. trascurando o abbandonando il lavoro, lo studio o gli hobby);
Ricadute (relapse): il soggetto tende a riprendere il comportamento dopo periodi di interruzione e/o di maggiore controllo.
(Griffiths, 2005)
Griffiths ritiene che un comportamento possa essere definito come dipendenza solo se tutte queste componenti sono presenti. Infatti, laddove il comportamento eccessivo non entri in conflitto con altri aspetti della vita della persona (relazionali, lavorativi, scolastici, ecc.), può diventare complesso distinguere un investimento eccessivo ma sano in una certa attività da una vera e propria dipendenza.
Secondo Griffiths (2005, p. 195), le dipendenze derivano dall’interazione tra:
La predisposizione biologica e/o genetica: la trasmissione di determinati geni dai genitori ai figli può aumentare la probabilità di sviluppare forme di dipendenza. Un numero crescente di studi suggerisce che diversi neurotrasmettitori, tra cui serotonina e dopamina, giocano un ruolo nelle dipendenze comportamentali.
Le caratteristiche psicologiche: tra i fattori di rischio maggiori troviamo alti livelli di impulsività, bassa autostima, difficoltà di regolazione degli affetti e presenza di altri disturbi tra cui disturbi d’ansia o disturbi di personalità (Rosenberg & Feder, 2015).
L’ambiente sociale: un ambiente familiare poco attento all’uso della tecnologia, l’influenza dei pari e di norme culturali che esercitano una pressione sociale, la facilità di accesso a smartphone e internet giocano un ruolo cruciale nello sviluppo e nel mantenimento delle dipendenze tecnologiche.
La peculiare natura dell’attività: Anche le caratteristiche strutturali favoriscono la perdita di controllo nell’utilizzo dei device, assumendo un ruolo decisivo nello sviluppo della dipendenza. Ad esempio:
Le ricompense variabili, come premi casuali nel gioco d’azzardo o nei giochi online, stimolano una continua ricerca di gratificazione, creando una dinamica di attesa che può risultare tanto coinvolgente quanto rischiosa.
A questo si aggiunge una progressione costante, che spinge il giocatore a salire di livello, scalare classifiche o ottenere nuovi oggetti, incrementando il proprio senso di realizzazione.
La competizione è ulteriormente alimentata dalla pressione sociale, che si manifesta nelle amicizie online, nei clan o nei tornei che, oltre a stimolare il desiderio di migliorarsi, creano un legame emotivo che spinge a restare coinvolti nel gioco per non sentirsi esclusi.
A peggiorare la situazione intervengono gli eventi a tempo limitato, fenomeno che sfrutta la FOMO inducendo i giocatori a partecipare a eventi speciali o a raccogliere premi esclusivi, per paura di perdere un'opportunità unica.
Le dipendenze tecnologiche sono quindi un fenomeno complesso e in larga espansione tra i minori e non solo. Diventa dunque essenziale saper riconoscere i primi segnali di disagio e rivolgersi a uno psicologo esperto per affrontare efficacemente queste problematiche. L'Istituto di Psicosomatica Integrata (IPSI), in qualità di sede locale dell'Associazione Nazionale Di.Te., è impegnato da anni nella sensibilizzazione e nella promozione di una maggiore consapevolezza riguardo alle dipendenze tecnologiche, al gioco d’azzardo patologico e al cyberbullismo. A tal riguardo, IPSI fornisce un servizio qualificato di consulenza e supporto psicologico personalizzato, offrendo spazi di ascolto, che aiutano le persone ad affrontare e superare il disagio connesso alla dipendenza.
Bibliografia
Billieux J., Thorens G., Khazaal Y., Zullino D., Achab S., et al. (2015) Problematic involvement in online games: A cluster analytic approach. Computers in Human Behavior, 43, 242-250.
Greenfield, P. M. (2014). Mind and media: The effects of television, video games, and computers. Psychology Press.
Griffiths, M.D. (1995). Technological addictions. Clinical Psychology Forum, 76, 14-19.
Griffiths, M.D. (2005). A ‘components’ model of addiction within a biopsychosocial framework. Journal of Substance Use, 10 (4), 191-197.
Rosenberg, K. P., & Feder, L. C. (2015). Dipendenze comportamentali: Criteri, evidenze, trattamento. Edra Masson.
Sitografia
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