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L'ansia del Bruco: la paura del cambiamento.




Immaginatevi il bruco, piccolo, verde, che si muove stabile sulle sue zampette corte.

Conosce il mondo che lo circonda da vicino, sa cosa è in grado di fare e cosa no, conosce il proprio corpicino flessibile, sa come funziona e come portarlo a casa sano e salvo ogni volta esca a procurarsi il cibo.

E' tutto chiaro, immaginabile, le giornate si pianificano da sole.

Immaginatevi ora il giorno fatale e inaspettato in cui il bruco percepisce l'inizio del cambiamento che lo porterà a trasformarsi in farfalla, il momento in cui, spinto dall'istinto, comincia a tessere il bozzolo di seta che lentamente lo avvolge.

Non sa se sopravviverà, non sa se ciò che gli accade presagisce la morte o la rinascita, non sa che forma assumerà, non sa più nulla di sé e del mondo che lo ha circondato fino a quel momento.

Percepisce solo l'impeto di un evento epocale, che travolge ogni certezza e aggredisce il corpo.

Ecco, se proviamo a immaginare come si sentirà il bruco, viene subito in mente la paura.

E' una paura che sale dalla terra e annebbia la vista, dà vertigini e capogiri, rende incerti i passi e goffi i movimenti. E' una paura che confonde e che esalta, è eccitante e terribile.

Si intravede la parte di sé che dovrà morire, pallida, rigida, tremante, terrorizzata all'idea della fine e allo stesso tempo ci si lascia esaltare dalle immagini magnifiche di ciò che nascerà.

Nella nostra vita questo tipo di paura si può presentare quando ci troviamo di fronte a passaggi di crescita cruciali. Pensiamo ad esempio all'adolescenza, quella fase della vita spesso faticosa in cui ci si trova ad affrontare il conflitto tra la paura di lasciare il nido rassicurante delle cure genitoriali e la spinta evolutiva verso l'indipendenza e la realizzazione di sé, da bruco a farfalla.

Ma non solo, pensiamo alle scelte coraggiose che ci troviamo spesso ad affrontare e che implicano una quota di rischio, la possibilità di un grande successo o di un terribile fallimento, che spesso corrispondono a momenti di evoluzione importante, come può essere la nascita di un figlio, l'inizio di una relazione sentimentale o un cambiamento nella vita professionale.

Ecco è in questi momenti che viviamo quella particolare paura, che mi piace chiamare l'ansia del bruco.

Secondo Perls, fondatore della psicoterapia della Gestalt, quest'angoscia deriva dalla percezione della lacuna tra l'ora, il momento presente, ciò che stiamo vivendo e il poi, che non possiamo conoscere.

Quest'angoscia, che tanto ci spaventa e ci disorienta, in realtà è una potente forza vitale che portiamo in noi e che viene bloccata nel momento in cui ci sentiamo insicuri riguardo all'esito del cambiamento, quando non sappiamo se riceveremo applausi o pomodori.

Quali strumenti abbiamo per tollerare e magari superare quest'angoscia?

Perls ci suggerisce di limitare le razionalizzazioni eccessive e di non lasciarci sopraffare dalle preoccupazioni riguardo il futuro, bensì di rimanere ancorati al momento presente e permettere ai nostri sensi, al nostro corpo e alla nostra spontaneità di guidarci - “Se siete nel presente, la forza vitale non viene bloccata e fluisce immediatamente nell'attività spontanea, se siete nel presente siete creativi, siete inventivi. Se i vostri sensi sono all'erta se tenete aperti occhi e orecchie, come fanno tutti i bambini piccoli, una soluzione la trovate sempre.”

Sembra semplice, ma non lo è affatto. La nostra mente spesso prende il sopravvento sulla nostra capacità di vivere il momento presente per come ci si presenta. Spesso siamo concentrati su ciò che è accaduto nel passato o su ciò che potrebbe accader nel futuro, Invece di vivere ciò che ci accade momento per momento.

Esistono però degli strumenti che ci aiutano ad allenare la nostra capacità di mantenere i nostri sensi ricettivi all'esperienza, in particolare uno di questi è la pratica di Mindfulness

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